E’ successo ancora.
Al ritmo irresistibile del trenino conga è giunto il nuovo anno, spumeggiante ed euforico come Raffaella Carrà fatta di popper.
Ed eccoci qui, noi piccoli e operosi abitanti del formicaio di Dio, tutti intenti tirare le somme degli ultimi trecentosessantacinque giorni e a stilare la lista dei nostri buoni propositi.
Beh, sapete che c’è? Stavolta queste somme le voglio tirare abbastanza lontano da perderle di vista, e penso proprio di essermi guadagnata il diritto di fregarmene di qualsiasi proposito anche solo rasente alla decenza.
Il 2009 mi ha lasciato in eredità uno stagno di rospi da ingoiare e un pugno di mosche in mano: non devo fare altro che dare le une in pasto agli altri, e il gioco è fatto.
Quindi, caro 2010, faresti meglio a guardarti le spalle. Perché ho tutte le intenzioni di romperti il culo.
martedì 5 gennaio 2010
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