mercoledì 21 gennaio 2009

Io ci voglio credere.

Sono seduta in macchina, sotto la pioggia battente.
Ascolto musica fumando la mia solita sigaretta delle 18.50, e guido verso casa.
Mentre dalla radio Paul McCartney mi racconta che ieri tutti i suoi problemi sembravano così lontani, senza preavviso un pensiero mi attraversa il cervello.

La cultura è davvero una cosa meravigliosa.

E non parlo di cultura in senso aulico, intesa come altisonante privilegio destinato ad un'oligarchia di professoroni.
Mi riferisco a quell'infinitamente più umano impulso di curiosità che ti fa amare profondamente quello che leggi, quello che vedi, quello che ascolti, e come una potentissima droga ti spinge a volerne sapere sempre di più.

Non c'è niente di più appagante del momento in cui riesci a isolare nella realtà che ti circonda una fugace connessione, una sinapsi che rievoca le righe di una pagina sfogliata, una canzone, la sequenza di un film o le parole che davano vita al racconto di un amico come pennellate sapienti sulla tela di un bel quadro.

E' una scossa elettrica che rianima qualcosa di cui ignoravi l'esistenza dentro di te e che invece era vivo e vegeto, e semplicemente sonnecchiava nella tua testa.
Un po' come il mio cane che esce dall'apparente letargo con uno scatto alla Pietro Mennea quando qualcuno nel raggio di dieci chilometri scarta un formaggino.

Ad esempio.
Non so se avete presente quelle favolose coincidenze per cui ci si imbatte per caso in qualcosa di cui si è venuti a conoscenza solo pochissimo tempo prima. Un autore, un nome, una vecchia canzone, un fatto storico.
Ebbene, vi svelo un grandissimo segreto. Queste sono coincidenze tanto quanto lo è il fatto che io sia sempre sotto la doccia quando telefona qualcuno che mi sta sulle palle.
Di casuale non c'è proprio niente. Quelle cose sono sempre state lì, solo che noi non ci avevamo mai fatto caso.

E credo sia questo uno dei motivi che ti fanno apprezzare di essere al mondo e nel mondo, il gusto agrodolce che ti lascia la consapevolezza di quello che hai imparato unita all'immensità di ciò che ti resta ancora da scoprire.

Paul cerca di interrompere le mie riflessioni dicendomi che ora ha bisogno di un posto dove nascondersi. Forse si è accorto che più passano gli anni più assomiglia ad una vecchia befana.

E intanto mi ronza in testa l'idea che questo meccanismo a moto perpetuo di interesse, stupore e comprensione possa funzionare allo stesso modo anche nei rapporti fra le persone.

Non ci interessiamo abbastanza alla gente con cui dividiamo questo pianeta, dovremmo essere curiosi di sapere chi c'è dietro il volto di ognuno, anche dietro quello inespressivo di chi fa finta di non vederci per non essere costretto a salutarci.
Tutti hanno una storia, e quella storia, in quanto tale, merita di essere raccontata.
Basta un assaggio reciproco del piccolo universo che nascondiamo per far nascere in noi il bisogno di parlare e di ascoltare.

In tutto questo credo fermamente.
E, come un novello Don Chisciotte, voglio battermi all'ultimo sangue contro l'enorme mulino a vento dell'ammuffimento culturale, che trasforma la sesta di reggiseno di una cerebrolesa del Grande Fratello in un valido argomento di conversazione.



9 commenti:

Anonimo ha detto...

amen, sorella.
questo picco di tolleranza ed apertura verso il globo terraqueo mi commuove.

anyway, §bvbv

mAs ha detto...

sì, ma vogliamo parlare del grande fratello o stiamo qui a perder tempo?!

Anonimo ha detto...

oh, ma avete visto quella che tette?

paolo ha detto...

tu pensa che se le è pure rifatte, perché prima, poverina, aveva soltanto la quarta.

volevo dire che non ho capito le ultime quattro righe del post.

p

Anonimo ha detto...

Semplicemente era una triste considerazione sul fatto che una troppo vasta percentuale della popolazione si sta lasciando abbruttire dalla sottocultura con cui veniamo bombardati.

Ovviamente, non mi riferivo ai presenti. Io mi circondo solo di gente di un certo livello. Ghgh

paolo ha detto...

bubu, ma uffa. la mia considerazione conteneva un remoto accenno di autoironia.

grazie comunque per esserti amorevolmente prodigata nello spiegarmi, con cura direi materna.

grazie un po' meno per aver palesato la considerazione che hai di me. :p

p

Anonimo ha detto...

il video di non ci resta che piangere mi ha distratta...e non ha neanche la sesta!!!

Angelo azzurro ha detto...

Il bisogno di comunicare...ecco perchè abbiamo un blog!

Bello il video

Anonimo ha detto...

Paolino, dal nostro scambio di battute si evincono 4 postulati inconfutabili:

1) Che non hai capito l'opinione che ho di te.
2) Che la mia ansia da prestazione fa sì che la prima cosa che penso non è che ci possa essere dell'ironia, ma che io non sia stata capace di spiegarmi.
3) Che il mio senso dell'ironia sta scemando con la vecchiaia.
4) Che la sesta della tipa è finta.