sabato 25 ottobre 2008

Non c'è Cristo che tenga.


E' un pittoresco e tiepido tramonto di ottobre.

Cammino col mio cane lungo una strada sterrata.
Intorno a noi campi sterminati, ciuffi d'erba, effluvi di letame e niente più.
Sono immersa in pensieri strani, oscillo fra la nostalgia e la serenità, fra la perplessità e la noia.
Non c'è di peggio che rimanere soli con sé stessi quando proprio non hai voglia di rivolgerti la parola.

Quando ormai mi rassegno al fatto che non avrei trovato nessuno per fare due chiacchiere, in fondo alla strada incontro Gesù Cristo.

Incrociando il suo sguardo sotto la capigliatura da Frank Zappa, con discrezione gli faccio: "Ehi scusa, ma tu sei quello...dai quello...insomma, sei tu?"

E lui, con l'atteggiamento un po' spocchioso di chi è abituato a questo genere di approcci, mi risponde: "Sì, dai. Sono io. Che ti serve? Vuoi un santino autografato? Una parabola con dedica? Ti aggiusto la miopia?"

Io: "No tranquillo. Mi accontento di un po' di conversazione. Sai, è dura vivere in questo posto dimenticato da Dio. Senza offesa."

G.C.: "Che vuoi fare. Con tutto il casino che c'è in giro...non è che posso stare dietro proprio a tutto."

Io: "Immagino. Sigaretta?"

G.C.: "Ma sì, dai. Oggi mi va di trasgredire. E' veramente una giornata di merda."

Ci sediamo su una piccola collinetta che si affaccia sul fiume. Gesù Cristo fuma lentamente e con gusto la Diana Blu, fissando distrattamente l'orizzonte.

Io: "Problemi?"

G.C.: "Ma no sai. E' che ogni tanto ti chiedi se valga la pena sacrificarsi per le persone. Tu ti fai un mazzo così, e comunque c'è sempre qualcuno che tenta di metterti in croce."

Io: "Carina questa. Beh, ascolta. Capisco che la visione d'insieme sia sconfortante, ma forse dovresti imparare a prenderla con un po' più di filosofia. Pensa a quante cose buone ci hai lasciato. Ad esempio, sei stato davvero grande in quel musical dove facevi la Superstar."

G.C.: "Non tocchiamo questo argomento per favore che ancora mi girano. Non ho mai capito come sia potuto venire in mente a quei cocainomani di Broadway di dipingermi come il capo carismatico e strafattone di una comitiva di hippies. E poi qualcuno ha mai ragionato sul fatto che sono ebreo? Posso essere biondo con gli occhi azzurri? Non credo proprio."

Io: "Beh, sarà. Ma io adoro quel musical. E se vogliamo dirla tutta che c'è anche a chi è andata peggio. Hai mai visto 'Troy'? Credi che quella gente sia stata felice di essere ricordata così ?"

G.C.: "Pensala come ti pare. Ma io sono quello che c'ha sempre rimesso di più, cinematograficamente parlando. A proposito, mi hai fatto ricordare che devo ancora decidere con quale doloroso espediente posso portarmi via Mel Gibson."

Io: "Caspita. Avevo sentito dire che siete vendicativi in famiglia, ma questo è abuso d'ufficio."

G.C.: "Uff, vabè. Ascolta. Mi si sta gelando il culo qui. Ci muoviamo?"

Io: "Ho la macchina parcheggiata qui dietro, se ti va puoi accompagnarmi a comprare le sigarette."

Gesù annuisce e ci dirigiamo con calma verso l'auto, dove saliamo quando ormai sta facendo buio.Metto in moto e partiamo. Cristo inizia a toccare tutto e a giochicchiare con la radio, entusiasmandosi per i pochi optional presenti come un bambino che sale in giostra per la prima volta.

G.C.: "Bello questo mezzo. Sai, qualche anno fa mi ero fissato che volevo la macchina. Ho chiesto una Duna a mio padre, ma lui ha esagerato come al solito e mi ha regalato il Sahara."
Io: "Oh Cristo."

G.C.: "Dimmi."

Io: "No dico, oh Cristo. Questa era veramente pessima."

G.C.: "Dai che palle, porta pazienza. E' che non parlo mai con nessuno. Qua non mi si filano più, oggi i ragazzini hanno ben altro per la testa, e i miei fedelissimi ormai sono decrepiti e crepano come mosche."

Io: "Ma smettila di piangerti addosso! Non fare il falso modesto. Lo sai bene che sei una celebrità, sei un personaggio cazzuto, nessuno si dimenticherà mai di te."

G.C.: "Sarà. Ma come lo spieghi allora che gli adolescenti di ogni generazione indossano la maglietta di Che Guevara senza neanche sapere chi cacchio fosse, mentre a nessuno di loro verrebbe mai in mente di comprarsi una t-shirt con la mia faccia stampata sopra?!"

Io: "Questo non è vero. Il mio fidanzato ce l'ha."

G.C.: "Il tuo fidanzato è uno dei più grandi bestemmiatori che io conosca."

Io: "Chi disprezza compra."

G.C.: "Touché."

Imbocchiamo l'autostrada, e dopo un paio di chilometri mi fermo all'autogrill. Scendo a comprare le sigarette e lascio Gesù in macchina per evitare di creare scompiglio.

Mentre mi avvicino all'ingresso, Gesù si affaccia dal finestrino e mi urla : "Già che ci sei, prendi un po' di roba da mangiare che non ho pranzato e sto morendo."

E io: "Eh, perdonami ma non ho prelevato e ho giusto i soldi per un pacchetto di Diana e al massimo un panino."

G.C.: "Scema. Non preoccuparti. Tu prendi una rustichella e un prosecchino. Poi ci penso io a fare delle porzioni come Dio comanda."

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