mercoledì 22 ottobre 2008

Rock-a-bye baby

Riunione dal cliente delle dieci e trenta.

Tavola rotonda con il mio capo, un uomo flemmatico, un uomo malvestito e una donna con un profumo che sa di lucido da scarpe.

Fagocitata da una poltrona fantozziana in pelle di qualche animale estinto da secoli, mi rassegno al fatto che nessuno arriverà a salvarmi con del caffé. E realizzo che sarà durissimo lo sforzo per non rientrare nella fase REM abbandonata poco prima.

L'uomo flemmatico tiene alto l'onore del suo epiteto parlando di repository, database, java stations e altre amenità con una sequenza di parole talmente diluita da impedire l'analisi logica delle frasi.
Inizio pesantemente ad accusare l'assenza di caffeina.
Mi cade l'occhio sulla cravatta dell'uomo malvestito, la cui fantasia mi ricorda tanto la carta da parati della vecchia casa di mia nonna a Roma. Cullata dal tepore di questo ricordo infantile, e stordita dalla fragranza della donna accanto a me, mi ritrovo, senza scampo, a sonnecchiare come un rospo.

Lentamente, il ritmo da marcia funebre della discussione prende le forme di una gradevole ninna nanna.
Il mio capo, l'uomo malvestito, l'uomo flemmatico e la donna col profumo che sa di lucido da scarpe si fanno piccoli, rotondi e leggeri, e levitando al di sopra del tavolo di legno di sequoia del 1912 assumono le sembianze delle piccole e gaie apine che mia madre soleva appoggiare sulla mia culla.

Il mio distacco dal Nirvana avviene bruscamente quando un'esclamazione sopraggiunge come una nodosa e autoritaria mano a tirarmi fuori per i capelli dalla pennica:
"Beh direi che abbiamo finito. Altre riflessioni?"

Convertendo prontamente il torpore in spirito di sopravvivenza affermo a gran voce:
"Direi che è tutto chiaro. Ci aggiorniamo la prossima settimana."

L'emozione più grande è stata scoprire negli occhi dell'uomo flemmatico la stessa mia gioia di potersi finalmente togliere dalle palle.Se fossimo in un mondo perfetto mi sarei avvicinata a lui, gli avrei mollato una pacca sulla spalla e con fare sornione gli avrei chiesto..."Uè vecchio, un bianchino al bar?".

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